Come faccio a sapere di quale servizio ho bisogno?
PERCHÉ LA PSICOTERAPIA COGNITIVA?
PERCHÉ L’APPROCCIO COSTRUTTIVISTA-RELAZIONALE?
SE IL MIO MONDO È DIVERSO DAL TUO, COME PUOI CAPIRMI?
COME PUÒ AIUTARMI UNA “CHIACCHIERATA”?
Come può, la terapeuta, sapere cosa è meglio per me?
LA PSICOTERAPIA PREVEDE L’UTILIZZO DI PSICOFARMACI?
PER QUANTO TEMPO DOVRÒ VENIRE?
I COLLOQUI PSICOLOGICI SI POSSONO SCARICARE DALLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI?
DURANTE I COLLOQUI BISOGNA TENERE LA MASCHERINA?
Come faccio a sapere di quale servizio ho bisogno?
È normale sentirsi un po’ confusi nel momento in cui si chiede aiuto, ma la differenziazione dei servizi ha una finalità più che altro esplicativa: la valutazione del caso e delle necessità specifiche spetta alla professionista.
PERCHÉ LA PSICOTERAPIA COGNITIVA?
La terapia cognitiva è un trattamento psicologico che si basa su evidenze scientifiche (evidence-based medicine). Numerosi studi controllati, condotti sia a livello nazionale, sia internazionale, hanno confermato la sua efficacia nel trattamento della maggior parte dei disturbi psicologici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) la indicano come trattamento d’elezione per alcuni disturbi tra cui i disturbi d’ansia, il disturbo da attacchi di panico, le fobie, la depressione maggiore e i disturbi ossessivi. Inoltre, la sua efficacia prescinde dal background culturale, sociale ed economico della persona. Nella cura di molti disturbi psicologici e psichiatrici la terapia cognitiva si è dimostrata al pari o superiore agli psicofarmaci, nonché molto più utile nella prevenzione delle ricadute. Tuttavia, per alcuni disturbi – come ad esempio il disturbo bipolare, la schizofrenia e le psicosi – l’integrazione con il trattamento farmacologico è considerata indispensabile.
PERCHÉ L’APPROCCIO COSTRUTTIVISTA-RELAZIONALE?
Il presupposto che ogni persona legge e interpreta il proprio mondo in maniera soggettiva preserva e valorizza la libertà e l’unicità di ognuno di noi, in quanto individuo unico e irripetibile. Inoltre, considerare il soggetto come un attivo costruttore di significati si traduce, in terapia, nella possibilità consapevole di cambiamento e, quindi, di cura dalla sofferenza.
SE IL MIO MONDO È DIVERSO DAL TUO, COME PUOI CAPIRMI?
Quello che ci accomuna è il sentire. Comunichiamo non soltanto con le parole, ma con tutta la nostra persona, dai gesti del corpo – tangibili e concreti – ai segnali più emotivi e inspiegabili che possono essere solamente percepiti. Rispetto, accoglienza, accettazione, curiosità e non giudizio favoriscono la condivisione e l’esplorazione di sé. L’esperto/a di te stesso/a sei tu, la terapeuta è l’esperta delle tecniche che orientano il lavoro verso nuove consapevolezze.
COME PUÒ AIUTARMI UNA “CHIACCHIERATA”?
Siamo esseri costantemente in relazione: con una realtà, un ambiente, un elemento, un oggetto, oppure con qualcuno, con la sua idea o con il suo ricordo. Dalla relazione nasciamo, nella relazione viviamo, di relazione ci ammaliamo e con la relazione guariamo. La relazione terapeutica, fondamento del lavoro di terapia e vero e proprio strumento terapeutico, è prima di tutto una relazione tra due persone. Il/la paziente è accompagnato/a nell’osservazione in vivo degli schemi che guidano le sue relazioni con l’altro, dei propri moti interni e di come questi influenzano la sua interpretazione del mondo.
COME POSSONO I CONSIGLI DI UNA PERSONA ESTRANEA AIUTARMI MEGLIO DI QUELLI DI UNA PERSONA CHE MI CONOSCE BENE?
È importante chiarire che la psicologa (o psicoterapeuta) non dispensa consigli, né, tantomeno, offre soluzioni ai problemi. I consigli delle persone che ci amano e a cui ci affidiamo per cercare conforto continueranno a essere preziosi.
Come può la terapeuta sapere cosa è meglio per me?
L’esperto/a di te stesso/a sei tu, le scelte e le decisioni spettano a te soltanto, ma il percorso di scoperta si fa insieme. Possiamo dire che il/la paziente ha la mappa del territorio, mentre la terapeuta ha la bussola per orientare il cammino.
LA PSICOTERAPIA PREVEDE L’UTILIZZO DI PSICOFARMACI?
No, la psicoterapia è una terapia di per sé non farmacologica. Gli unici professionisti abilitati alla prescrizione di farmaci sono i medici. La psicoterapia è una specializzazione alla quale possono accedere sia psicologi, sia medici, quindi, esclusivamente nel caso in cui il terapeuta fosse anche medico potrebbe, in linea teorica, prescrivere psicofarmaci. Altrimenti, tale compito si riserva allo psichiatra: un medico con specializzazione in psichiatria. Solo nei casi in cui il quadro clinico del/della paziente lo richiedesse, la terapeuta potrebbe suggerire un consulto con un/una collega psichiatra, che procederà con la valutazione secondo le proprie competenze professionali.
DOVE SI SVOLGONO I COLLOQUI?
In presenza ricevo su appuntamento nello studio in Via Maria Vittoria 40bis a Torino. In caso di particolari esigenze legate a questioni personali, distanza o impossibilità di incontro dettata dall’emergenza sanitaria esiste la possibilità del colloquio online su piattaforma Skype. La terapia online può essere un modo per sopperire all’impossibilità dell’incontro in presenza, oppure una scelta consapevole. Durante i primi incontri si avrà l’opportunità di valutare insieme le diverse opzioni.
PER QUANTO TEMPO DOVRÒ VENIRE?
La durata globale dell’intervento non è definibile a priori per motivi clinici. Dopo una fase di valutazione, la durata dell’eventuale presa in carico dipenderà necessariamente dall’evoluzione del processo clinico e dalle esigenze specifiche. Si concorderanno di volta in volta tempi e obiettivi.
MA TUTTE LE SETTIMANE?
La frequenza degli incontri dipende dalla richiesta e dalle caratteristiche del caso. Si concorda durante i primi colloqui e può variare a seconda delle fasi della terapia, delle esigenze e disponibilità di paziente e professionista, della valutazione in itinere.
QUANTO DURA UN INCONTRO?
La durata di un colloquio è di 50 minuti.
QUANTO COSTA UNA SEDUTA?
Le tariffe vengono definite con la persona che richiede un consulto. Per maggiori informazioni si rimanda all’utilizzo dei canali di contatto.
I COLLOQUI PSICOLOGICI SI POSSONO SCARICARE DALLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI?
Assolutamente sì. Il colloquio psicologico è una prestazione sanitaria e, pertanto, soggetta a detrazione dall’imposta lorda nella misura del 19%, a condizione che la fattura venga saldata mendiate sistemi di pagamento tracciabili.
E SE NON FUNZIONA?
Potrebbe succedere che la terapia si riveli inefficace o non produca gli effetti desiderati e attesi. Le motivazioni possono essere molteplici. In questi casi sono di fondamentale importanza il dialogo e il confronto aperto.
QUANDO POSSO INTERROMPERE?
È possibile interrompere il rapporto in qualsiasi momento comunicandolo alla terapeuta e rendendosi eventualmente disponibili ad effettuare un ultimo incontro per la sintesi del lavoro svolto fino a quel momento.
CI SONO CONTROINDICAZIONI?
Il percorso psicologico non ha controindicazioni di per sé se ci si affida a professionisti seri e certificati che – nella piena coscienza delle proprie competenze – siano in grado di accompagnare la persona valutando modalità e tempi adeguati per ogni intervento. Ciò non esclude che si possano incontrare momenti di fatica, ma anche questo è parte integrante del percorso.
DURANTE I COLLOQUI BISOGNA TENERE LA MASCHERINA?
A tutela dei pazienti e della professionista, all’interno dello studio vengono rispettate le norme igienico-sanitarie raccomandate dall’Istituto Superiore di Sanità e in vigore al momento dell’incontro.